Una delle prime sere stavo passeggiando con Don Leonardo e Don Anton, originario del Kosovo, e mentre camminavamo abbiamo incontrato Fra Vincenzo. Gli ho detto di essere passato per il convento qualche giorno prima e stavo aspettando il superiore che tornasse per parlargli, così mi dice che se voglio posso passare il mattino seguente e mi farà da guida.
Il mattino seguente mi reco al convento e ci sediamo per l’intervista. Fra Vincenzo è Calabrese, vive a Scutari da 25 anni ed è il vice postulatore Albanese, si è occupato di tutta la raccolta del materiale durante il processo di beatificazione dei martiri. Ci sediamo nella mensa del convento e subito c’è una sintonia incredibile, abbiamo riso per la maggiorparte del tempo in cui abbiamo parlato e poi mi ha fatto da guida nel convento, nella biblioteca francescana e la chiesa. Verso metà mattina mi ha chiesto di restare a pranzo da loro, ho accettato volentieri. Ho iniziato subito ad amare quel posto e ci sono tornato tante volte prima di partire.
A pranzo eravamo io, fra Vincenzo, il superiore dei francescani, alto, grosso e simpaticissimo. Don Anton, insegnante al seminario, un frate polacco e tre ospiti probabilmente frati anche loro. Durante il pranzo abbiamo riso continuamente ed è uscita fuori una curiosità divertente che accadeva durante il regime. Allora era vietato possedere animali come il maiale e alcuni Albanesi li nascondevano nel letto mettendogli la coperta sopra e dicendo ai poliziotti che era un anziano o anziana malata che russava e non volevano disturbarla. Da quello che ho capito per alcuni funzionava!
I giorni successivi sono stato spesso in convento a parlare con Fra Vincenzo, a ridere e scherzare, mi sembrava di essere tornato alle superiori, con l’accento calabrese quando scherzava, un napoletano e un calabrese a Scutari, sembra un film. Una volta fuori al convento stava parlando con una suora siciliana e al mio arrivo abbiamo riso perchè si era riunito il regno delle due sicilie!
Mi ha aiutato molto con il reportage e ci ho parlato perfino all’aeroporto prima di prendere l’aereo per Bari, tornavamo in Italia allo stesso giorno e lui aveva il volo circa mezz’ora dopo il mio.
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